La salute mentale è un diritto

salute mentale sportello psicologico

di Redazione CIG Arcigay Milano

Per molto tempo la salute mentale è stata considerata un problema di poco conto, non rilevante per la società. Sebbene la percezione e i metodi si siano evoluti, le persone che soffrono di disturbi mentali sono ancora spesso soggette a discriminazione.

Secondo l’Alto Commissario per i diritti umani, per salute mentale si intendono uno stato di benessere emotivo e sociale ottimale e delle relazioni sane tra individui e gruppi, caratterizzate dal rispetto della dignità di ogni singola persona. Nel 2006 si è arrivati a un quadro più completo sul diritto alla salute mentale, con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD). Essa stabilisce una serie di linee guida che gli Stati che accettano di aderirvi devono seguire diventando soggetti ad obblighi nel rispettare e tutelare questo diritto.

Lo Stato non deve solo concentrarsi nel curare il paziente ma anche permettere al soggetto di partecipare in modo attivo alla propria salute ed esercitare il suo diritto all’autodeterminazione. Ad oggi però a livello mondiale solo il 7% dei budget sanitari sono destinati alla tutela mentale; gli Stati hanno spesso ritardato nel rispettare gli standard imposti dalla Convenzione.

Nonostante negli ultimi tempi e soprattutto fra le nuove generazioni parlare di salute mentale non sia più un tabù né un motivo di stigma sociale, la sua concreta tutela rimane ancora un tema marginale. La strada per raggiungere un completo riconoscimento di questo diritto sembra ancora lunga, ma con una maggiore consapevolezza della società nel suo complesso il cammino, certo, potrà essere più breve.

Salute mentale e comunità LGBTQIA+

Secondo diversi studi le persone che si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersex o asessuali hanno probabilità maggiori di attraversare problemi di salute mentale, e le motivazioni sono riconducibili alle loro esperienze e a ciò che devono, talvolta, vivere. Possono essere, per esempio, situazioni di disagio legate alla sensazione di non avere nessunə vicinə che le supporti nel proprio percorso. Essere continuamente assediatə da comportamenti negativi inoltre – discriminazioni, sessismo e violenza – influisce sul benessere mentale.

Molto spesso chi è bersaglio di questi comportamenti applica dei meccanismi di difesa che possono avere effetti come la creazione di barriere e l’auto isolamento. Tutti questi atteggiamenti preventivi possono portare forte stress, depressione e ansia accompagnati dalla difficoltà nel creare una rete di relazioni che contribuisca a una vita sana. Gli stati continui d’ansia possono anche sfociare in comportamenti autolesivi, come l’abuso di droghe, i disordini alimentari o il suicidio.

Le peculiarità dello stress delle persone LGBTQIA+ sono annoverabili a un modello specifico, noto anche come stress delle minoranze o minority stress.

Foto di Edoardo Conforti

Supporto psicologico

Il supporto della famiglia, delle amicə e della stessa comunità sono fondamentali per la salute mentale delle persone LGBTQIA+.

La vicinanza degli altri fa sentire maggiore accettazione, meno solitudine.

Al CIG cerchiamo di essere attentə nel riconoscere, garantire e promuovere il diritto alla salute mentale per tuttə attraverso il lavoro della nostra squadra di volontariə. Come?

1) Innanzitutto, offrendo un luogo sicuro per giovani under 28 che hanno bisogno di conoscere altre persone e condividere le proprie esperienze. L’appuntamento fisso è il sabato pomeriggio presso la sede del CIG in Via Bezzecca 3, a Milano.

2) Costruendo, poi, servizi gestiti da volontariə per aiutare le persone della comunità ad alleviare i disagi che possono trovarsi a vivere e condividere pensieri, idee e scelte. Lo facciamo da molti anni attraverso la helpline Pronto, grazie a cui si possono incontrare persone preparate, al telefono, via mail, via social o di persona, in sede, che possono offrire ascolto e sostegno.

3) Per chi ha bisogno di un aiuto da parte di professionistə, il CIG offre anche tra i suoi servizi lo Sportello Psicologico e Counselling. È offerto anche a familiari e amici di persone della comunità. Sono previsti 3 colloqui gratuiti di 50 minuti. Le successive sedute sono a prezzo calmierato.

Infine, qualche numero che arriva dalla nostra diretta esperienza.

Tra il 2020 e il 2022 quasi due terzi delle persone che hanno contattato lo Sportello Psicologico del CIG ha deciso di intraprendere un percorso con lə nostrə professionistə.

Come mostrano i grafici qui di seguito, nello stesso periodo il numero di contatti è quasi raddoppiato: una crescita importante. Numeri e percentuali raccontano dunque di un bisogno crescente, di come si stanno trasformando le esigenze della nostra comunità e di un diritto che deve diventare priorità politica e sociale.

Le fasce di età principalmente coinvolte sono state 18-25 e 31-40, mentre le tre tematiche più affrontate in sede di colloquio sono state l’identità di genere, le difficoltà relazionali e l’orientamento sessuale.

Se hai bisogno di maggiori info o di aiuto non esitare a scriverci.

Troverai la finestra chat della nostra helpline Pronto direttamente su questo sito, cliccando sul bottone smile.

 

(Foto di copertina di Luciana Lorizzo)

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