Attivistə: ti presentiamo Andrés

di ArcigayMilanoAdmin

Ciao Andrés! Presentati in una riga.

Mi chiamo Andrés Jesus, vengo da Lecce e la mia famiglia è per metà italiana e per metà spagnola. Sono un musicista, diplomato all’Accademia della Scala di Milano.

Coordino la Sezione Salute della nostra associazione.

Come sei arrivato al CIG?

Ho sentito parlare delle attività del CIG qualche anno fa grazie a un amico. La condivisione della sua esperienza mi ha incuriosito e trasmesso entusiasmo. Mi è venuta voglia di saperne di più e di conoscere le persone che ne fanno parte. È capitato al momento giusto, sono riuscito a trovare il tempo per coltivare questo impegno.

Il tuo ricordo più bello in associazione (fin qui)?

Per me si tratta di un momento che ritorna con frequenza, ma ricordo distintamente la prima volta che l’ho vissuto. È il sentirsi liberi di condividere le proprie storie e di accogliere quelle di altri; qui ho imparato che questo condividersi è un regalo da donare e ricevere più spesso.

Qualcuno che ti ha ispirato e che ci vuoi far conoscere? In un libro, un film, una biografia, un’opera…

La Bohème di Puccini è un’opera che incarna la spensieratezza più lieve e la tristezza più profonda, e che mi ricorda sempre di percepire pienamente qualsiasi emozione, sia essa “gaia o terribile”.

Tre parole sul tuo primo Pride.

Ho tre aggettivi: radioso, spensierato ed emozionante. Lo è sempre. Dopo il primo anno di pandemia partecipare alla parata in bicicletta per il Milano Pride del 2021 è stato come correre in una gara di emozioni: rivedere e risentire tanto sostegno da parte delle persone mi ha ricaricato, eccitato, fatto sorridere come non succedeva da tempo.

Qual è un tuo sogno per la comunità LGBTQ+?

Come coordinatore della Sezione Salute del CIG vorrei riuscire ad abbattere qualsiasi barriera o pregiudizio legato alla sessualità e dissolvere quel senso di vergogna che talvolta accompagna, specie nel nostro Paese, certi temi: parlare di sesso e di amore dovrebbe essere sempre una cosa bella e naturale. Sogno un mondo in cui le persone non abbiano paura del pregiudizio quando esprimono delle confidenze; in cui non esistano timori, quando si affrontano argomenti sulla prevenzione; dove nessuno debba sentirsi giudicato nel dichiararsi HIV+; o sporco o sbagliato nei confronti di una società che pone ancora troppi freni alla libertà di espressione e al libero scambio.

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