ABC non-binary
di Redazione CIG Arcigay Milano
A cura del Gruppo Non-Binary CIG Arcigay Milano
di Solar e Fab
Siete statə invitatə al baby shower di una vostra amica. I festoni, i palloncini e tutte le decorazioni sono indistintamente rosa. Quale sarà il sesso biologico e quindi il genere del bebè?
Dovete comprare un regalo per vostro nipote. Subito pensate ad un supereroe o una macchinina giocattolo, ma perché invece non prendete in considerazione la bambola che tanto gli piace?
Sentite una voce che dice: “È pronto a tavola!”. Era per caso femminile?
Siete nei bagni del vostro ufficio, sentite piangere. Sicuramente non sarà un uomo!
A cosa si deve questo modo di pensare? Questo modo di ragionare è il risultato di un costrutto sociale che ci condiziona sin dalla nascita e che ci porta a pensare in bianco e nero: questo costrutto è il genere, che è sempre stato rappresentato dall’invalicabile muro del binarismo, una realtà che vede come punti saldi solo uomo e donna. Esistono, tuttavia, svariate sfumature di genere, che invitiamo ad abbracciare!
Anche perché il non-binarismo è proprio questo, uscire dagli schemi, è prendere le redini del proprio corpo, della propria personalità, della propria vita e scegliere che direzioni prendere. DirezionI, non al singolare.
Una libertà non-binaria
Il non-binarismo ci ricorda come l’essere umano è ciò che ha da essere, che ha la libertà di scegliere tra innumerevoli possibilità; ci permette di giocare con le sfumature del genere, di farne proprie alcune o di allontanarsi da esse. È la libertà di scegliersi, di autodeterminarsi e di vivere in libertà dagli obblighi della società patriarcale che fino ad ora ci ha inculcato una formazione unilaterale. O sei questo o non vai bene. Proprio per questo dobbiamo considerare il non-binarismo anche come un atto politico, di distacco dall’insieme dei valori stantii e vecchi e di acquisizione di uno statuto individuale e sociale, completamente personale ed unico nel suo… genere!
Molte volte il non-binarismo di genere viene confuso con l’orientamento sessuale di una persona -ma non eri gay?- con il sesso biologico -ah, e quindi cos’hai li in mezzo?-.
Il non-binarismo riguarda l’identità di genere, ovvero quella percezione di sé acquisita attraverso l’esperienza personale e collettiva che è in continua trasformazione. Possiamo definirla come una mappa, scritta da altri precedentemente, ma che una volta entrata in nostro possesso diviene la nostra opera d’arte personale. Verranno continuamente apportate modifiche esterne alle nostre, ma saremo sempre noi a decidere cosa raffigura, perché è innanzitutto un viaggio che percorriamo con noi, e poi con le altre persone. Un viaggio unico, speciale e non ripetibile.
Come riconoscere il non-binarismo in una persona che in esso si identifica? Per esempio nell’uso che fa dei pronomi – sui quali non si può e non si deve controbattere, in quanto è la persona che li vive e li sente suoi a sceglierli; oppure cercate se questa persona indossa piccoli accessori o elementi di vestiario che rimandano alla bandiera dell’identità non binaria, come spille, bracciali, anelli etc. e – anche se ovviamente indossarli non ne è condizione necessaria!
Sotto il colonialismo e il maschilismo della storia
Quando si parla di non-binarismo di genere, facciamo riferimento ad un concetto che per quanto potesse essere già presente nella società, non aveva ancora abbastanza visibilità da essere compreso da tuttə. Effettivamente se ci chiediamo quando viene a galla a livello sociale questo concetto, non c’è una risposta concreta. Il 2014 quando Kye Rowan progetta per la prima volta la bandiera non binaria, i cui colori, giallo (rappresenta il collocarsi fuori dal binario M/F), bianco (rappresenta l’abbracciare più di un’identità di genere), viola (rappresenta il mix tra maschile e femminile), nero (rappresenta l’assenza di generi) ampliano la conoscenza delle identità di genere dando loro concretezza? Nel 2011 quando l’istituzione britannica Equality and Human Rights Commission in un sondaggio afferma che lo 0,4% della popolazione non si riconosce né completamente uomo né completamente donna?
Il problema fondamentale di questo concetto è stato ed è tutt’oggi, che non potendolo inquadrare in limiti definiti, viene concepito come moda, o come una fase di indecisione, se non come un’invenzione bella e buona. Questo è un problema della società occidentalizzata. Di una società in cui il patriarcato, il maschilismo, il colonialismo hanno avuto la meglio su tutte quelle minoranze le cui esperienze e le cui voci avrebbero potuto ampliare le conoscenze comuni.
In alcune comunità, come le comunità Navajo o Ojibwa, il non-binarismo esiste da molto più che qualche decennio, e la prova risiede nelle personalità di Due Spiriti (nadlee) le cui identità di genere non sono pietrificate nei poli di uomo e donna, ma possono fluttuare nella -e al di fuori della- dimensione di genere, avendo così una prospettiva sull’universo e ciò che li costituisce più ampia e libera. Anche in India le identità non binarie appartenenti ad un terzo genere coesistono con l’ordinamento sociale costituito: Hijras è il loro nome, né completamente uomini né del tutto donne. Individualità riconosciute per i loro poteri mistici riguardanti il ciclo vitale -nascita, matrimonio, fertilità della coppia e morte- o per terminare Fa’afafine e Fa’afatamas, il terzo e il quarto genere delle isole Samoa, le cui esistenze descrivono un ordinamento sociale in cui non è il genere di una persona a definirne la posizione, bensì il comportamento, il modo di porsi nei confronti altrui.